Skip to content

Medicina, anatomia e chirurgia

La Fabrica del corpo

Medicina, anatomia e chirurgia

I francescani, pur nella consapevolezza che è solo Dio a poter effettuare miracolose guarigioni, si interessarono ampiamente alla medicina e alle discipline ad essa connesse, volte ad alleviare la sofferenza umana. I frati che accudivano i malati consultavano trattati di medicina, anatomia e chirurgia, integrando così l’esperienza diretta maturata nelle loro infermerie e spezierie.

I manoscritti

Uno dei testi più antichi in esposizione è l’Antidotarium Nicolai: tra i più noti ricettari del Medioevo, fornisce un elenco di medicamenti e ricette in ordine alfabetico. Riferimenti alla cura e ricette isolate appaiono anche in manoscritti che ospitano testi di tutt’altra natura, come in un interessante codice che a varie questioni metafisiche e di filosofia naturale accosta una singolare Ricetta per fare acqua celestiale, utile per la cura di piaghe e ferite.

Molti autori di Età medievale e moderna, facendo riferimento a fonti mediche, alchemiche, astrologiche, filosofiche e persino teologiche, cercarono di scoprire i fattori in grado di influenzare la durata della vita e i mezzi con cui prolungarla. A tal proposito vediamo una singolare operetta – molto più tarda delle precedenti – dal titolo Della Conservatione dell’huomo, dello sconosciuto medico assisiate Francesco Corneo, ispirata alla trattatistica sulla prolongevità.

I primi testi a stampa

Nello studio e osservazione delle varie patologie i frati si aggiornavano costantemente grazie alla nuova trattatistica a stampa. Nella sua robustezza, quasi ad ostentare un non comune rilievo, spicca l’importante commento di Giacomo da Forlì agli Aforismi di Ippocrate, un testo chiaramente legato all’insegnamento universitario, in cui compaiono in diverso carattere tipografico gli aforismi del famoso medico greco e i relativi commenti del maestro.

Altra significativa testimonianza a stampa è l’imponente incunabolo dei Consilia di Bartolomeo Montagnana, medico e docente presso l’Università di Padova, uno degli scrittori più noti e fecondi del suo tempo. Il consilium è un testo connesso al “cosa fare”, alla dimensione dell’operare, ed è scritto da un medico, per lo più di formazione universitaria, a partire dall’analisi di uno specifico caso clinico.

Abbiamo infine il Fasciculus medicinae di Giovanni da Ketham, celebre raccolta di testi medici stampata per la prima volta a Venezia nel 1491. Il libro, utilizzato ampiamente come manuale e ricco di splendide illustrazioni, ebbe grandissima diffusione, e fu uno dei pilastri per l’insegnamento della disciplina sino alla metà del Cinquecento.

Anatomia moderna e chirurgia

Nella biblioteca compaiono testi che hanno scandito la storia dell’anatomia e della chirurgia. È il caso del De humani corporis Fabrica di Vesalio, pubblicato nel 1543, contenente oltre trecento tavole.  Chiarissimo l’intento che anima il trattato: studiare i corpi per come apparivano realmente attraverso la visione e lo studio diretto.

Molto più tardo, ma ancora tributario della rivoluzione vesaliana, è il Tractatus de organo auditus dell’anatomista francese Joseph-Guichard Duverney. Pubblicato nel 1683, è una delle prime opere di otologia – lo studio dell’orecchio –, di straordinario interesse per la trattazione e descrizione dell’anatomia dell’apparato uditivo.

In tema di chirurgia spicca l’Opera chirurgica del grande chirurgo francese Ambroise Paré, considerato il più grande chirurgo europeo della sua epoca. Al contrario di Vesalio non privilegia l’esperienza fatta sui cadaveri, ma operando direttamente sui corpi vivi. Ebbe straordinarie intuizioni, sia riguardo la cura delle ferite inferte dalle armi da fuoco, sia nella pratica delle amputazioni, per le quali intuì l’opportunità di legare i vasi sanguigni, come si faceva per i feriti emorragici, invece di usare il cauterio.