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La Fisica

Nel mondo tutto è in movimento

La fisica

Prima che la matematica ci aiutasse a precisare lo studio della natura, la fisica si esprimeva per la maggior parte in termini qualitativi e se per assurdo potessimo fare incontrare uno scienziato di oggi e un suo collega vissuto nel Medioevo o nella prima Età moderna difficilmente troverebbero un linguaggio comune.

La mediazione dei classici in ambito accademico

I più antichi manoscritti esposti testimoniano l’influenza delle teorie aristoteliche sui maestri delle università medievali: tra questi molti erano dotti francescani. Una dipendenza che ha favorito una straordinaria creatività. Gli ampi commenti alle opere di Aristotele hanno generato intuizioni e teorie scientifiche che sono state sviluppate nei secoli a venire. Lo splendido manoscritto miniato qui esposto contiene l’esposizione del francescano inglese Guglielmo di Ockham della fisica aristotelica (Super libros Physicorum Aristotelis).

La transizione all’età moderna

L’attenzione per la natura in ogni sua forma non si limita al solo Medioevo, anche in Età moderna gli studiosi dell’Ordine sono in contatto con la produzione scientifica più aggiornata, componendo testi di sintesi e commento, arricchiti da tavole, schemi e disegni esplicativi in cui, non di rado, l’intento è quello di fornire contributi a questioni riguardanti le diverse branche della fisica.

Nei volumi esposti si può osservare come in quest’epoca ci si concentri sui collegamenti tra teorie e applicazioni pratiche in ambito fisico, dalla balistica alla meccanica, dall’elettricità al magnetismo. In queste opere convivono culture ed eredità diverse e al loro interno troviamo esperimenti di meteorologia, lo sperimentalismo magico rinascimentale, moderne sperimentazioni galileiane, e una vera e propria curiosità: il progetto completo di una nave volante.

Il ricorso alle immagini

Nella sezione compaiono, accanto alle numerose immagini presenti nei testi a stampa, anche dieci preziose e suggestive tavole legate insieme a formare un fascicolo e usate probabilmente dai maestri dell’Ordine per rendere più efficaci le lezioni di fisica nel convento. Una di esse spicca sulle altre per curiosità e immaginazione rappresentando una bizzarra “macchina pneumatica”.