Del numero e della visione
Matematica e ottica
Molti figli di Francesco riconobbero l’importanza della matematica ben prima dell’affermarsi della visione scientifica del mondo. Per Ruggero Bacone, uno dei più grandi pensatori francescani del Medioevo, la matematica apriva le porte alla comprensione delle leggi di natura e della mutabilità dei fenomeni, e costituiva la chiave d’accesso per costruire solide conoscenze scientifiche in ogni campo.
Matematica medievale: tra oriente e occidente
Nelle università medievali era ampiamente usato il trattato di Severino Boezio De institutione arithmetica, qui esposto in un incunabolo; ma per insegnare i rudimenti di calcolo si utilizzavano anche trattati più semplici, come il cosiddetto Algorismus, dal nome del matematico arabo del sec. IX al-Khuwārizmī. Nei testi compaiono numerose annotazioni a margine per facilitare l’orientamento del lettore, segno di una intensa attività di studio e forse traccia della preparazione agli esami di anonimi studenti medievali.
Il pensiero matematico classico: Euclide
Tra i diversi classici del pensiero matematico spiccano gli Elementi di Euclide, imprescindibile riferimento per lo studio della disciplina per oltre due millenni. L’opera è un riordinamento prezioso e sistematico di tutte le conoscenze matematiche accumulate tra il V e il IV secolo a. C., qui esposta in un’edizione pubblicata a Venezia nel 1509 da uno dei più grandi matematici del Rinascimento: il francescano Luca Pacioli.
Fra Luca applicò la straordinaria utilità pratica della matematica appresa nell’ambiente mercantesco veneziano e, fedele all’ideale francescano di una totale e amorosa apertura al mondo, la divulgò in volgare per facilitarne la comprensione a studenti e praticanti.
Ottica e perspectiva
Nella seconda parte della sezione troviamo anche opere di ottica o perspectiva, cioè la scienza della luce, studiata sia dal punto di vista fisico-matematico che fisiologico: Ruggero Bacone, Bartolomeo da Bologna e Giovanni Peckham sono solo alcuni dei frati che si interessarono vivamente a questa disciplina fondendo nei loro trattati concetti teologici e teorie scientifiche sulla luce.
Degno di nota è un “piccolo” ma celebre manoscritto: il Tractatus de perspectiva di Peckham, riccamente corredato di schemi e disegni geometrici utile a spiegare i fenomeni ottici; si tratta verosimilmente di una parte della Perspectiva communis, uno dei manuali di ottica più conosciuti fino al XVII secolo.
Le tradizioni araba e latina nel Rinascimento
Sono infine esposte opere a stampa che testimoniano l’interesse dei frati per i classici della tradizione araba e latina. In un volume edito nel 1572 troviamo intenzionalmente unite due opere: un trattato di ottica, conosciuto in latino con il titolo di Aspectibus, ampiamente usato durante il Medioevo e il Rinascimento, opera di Alhazen, medico, filosofo, matematico e astronomo arabo; e la Perspectiva di Witelo (Vitellione), filosofo e scienziato polacco vissuto nel XIII secolo, particolarmente apprezzata dagli studiosi ben oltre il Medioevo, annoverando tra i suoi celebri lettori il “grande” Keplero.