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L’astronomia

Sora Luna e le Stelle

L’astronomia

Sin da quando l’uomo è sulla terra non ha potuto fare a meno di volgere lo sguardo al cielo per ammirarne la bellezza. Dalla posizione delle stelle e dai movimenti dei corpi celesti ha poi intuito come misurare il tempo e orientarsi per terra e per mare.

La Chiesa si è sempre interessata allo studio dei moti celesti sia per la sua rilevanza pratica – ad esempio per il calcolo della Pasqua – sia per i suoi significativi risvolti speculativi e teologici.

L’astronomia dall’Antichità al Medioevo

Ma che cosa studiavano i figli di Francesco per carpire i segreti del cielo? Un primo significativo esempio è un manoscritto contenente diversi trattatelli di carattere matematico-astronomico, probabilmente, un manuale per i frati studenti. Nel codice è presente un’opera di rilievo, il Tractatus de Sphaera, attribuito al celebre filosofo e teologo francescano inglese John Peckham, il quale mise magistralmente insieme teorie dell’astronomia e della cosmologia greca, araba e latina.

Tra i “classici” della disciplina spicca l’Almagesto del celebre astronomo e matematico greco Tolomeo, un trattato geometrico-astronomico di altissimo contenuto tecnico. Meno complesso è invece il Trattato sulla sfera di Giovanni di Sacrobosco (John Holywood), che in quattro capitoli fornisce una breve descrizione delle diverse parti dell’universo sferico e finito.

L’Età moderna

Riferimento obbligato di questo periodo è Galileo Galilei, uno dei padri della “nuova” scienza: in esposizione ci sono le sue Opere stampate nel 1744 a cura di Giuseppe Toaldo. Dopo Galileo molti altri scienziati produssero opere di grande rilievo scientifico, tra loro il napoletano Francesco Fontana con il suo Novae coelestium, terrestriumque rerum observationes, volume arricchito da un intrigante corredo di immagini, che descrive le “curiose” novità celesti da lui osservate.

Di tutt’altra portata è invece la Astronomia Reformata del gesuita Giovanni Battista Riccioli, eminente scienziato del Seicento italiano, che cercò di dare risposta ai complessi problemi che impegnavano la maggior parte degli astronomi del tempo. L’astronomo francescano Ilario Altobelli fu autore delle curiose Tabulae regiae. Amico e corrispondente di molti grandi scienziati del suo tempo – Galileo Galilei, Antonio Magini, Cristoforo Clavio e Giovanni Battista Riccioli – probabilmente il primo in Europa, nel 1604, ad osservare l’apparizione di una “nova stella”, primato che lo stesso Keplero considerò possibile.

Astronomia e astrologia

Un aspetto curioso e ben rappresentato nei volumi in mostra, riguarda il rapporto tra astronomia e astrologia che, fino alle soglie dell’Illuminismo, sono state intimamente collegate. Lo testimonia la Summa astrologiae iudicialis, ampio trattato di “teoria astrologica” di Johannes Eschuid Ashenden, che attinse ad una molteplicità di fonti e azzardò previsioni sulla base di presunte influenze di eclissi e congiunzioni planetarie.

Molto interessante è il caso di un manoscritto dell’inizio del XVIII secolo, probabilmente compilato “ad uso interno” da qualche religioso del convento. Il primo dei trattatelli di cui è composto è una breve introduzione all’astronomia, mentre il secondo, più ampio e articolato, discute nel dettaglio ordinarie “questioni astrologiche”. Il codice è ricco di schemi, diagrammi, calcoli, tavole astrologiche e suggestive immagini che all’occhio scientifico moderno desterebbero più di qualche perplessità.